Meccanizzazione e organizzazione scientifica del lavoro

MECCANIZZAZIONE E ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO

 

Verso la fine dell'ottocento, mentre a livello generale si impone il capitalismo finanziario e si vengono a costituire potenti gruppi economici a base nazionale, per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro iniziano ad apparire teorie che rivendicano forme e metodi di utilizzo pre-definito dei lavoratori e delle macchine, per un risparmio dei tempi di produzione e quindi per un incremento della produttività. Prende avvio così la fase della cosiddetta organizzazione scientifica del lavoro che ha in Taylor, Ford e nei coniugi Gilbreth i suoi massimi rappresentanti.

Schematizzando, la sua nascita si basa su tre ordini di motivi: 1) tecnico;  2) economico;  3) ideologico.

 

1) Tecnico.

L'industria, ampliando le sue dimensioni, richiede per una sua più funzionale organizzazione, un parziale decentramento dei compiti direttivi e soprattutto di quelli di coordinamento tra le varie fasi del processo produttivo e di controllo sulle nuove tecnologie di fabbrica. L'ingegnere e il tecnico assumono perciò un'importanza che non ha riscontro nel passato. Vi sono persone addette alla ricerca scientifica delle innovazioni produttive, altre preposte alla formulazione del metodo di lavoro più produttivo, ed altre ancora assegnate al controllo della sua corretta applicazione. Da una parte l'imprenditore cede una porzione del suo potere al gruppo dei tecnici che sperimenta e controlla le metodologie di lavoro e l'organizzazione dell'insieme produttivo; dall'altra gli operai vedono istituzionalizzato attraverso regole cosiddette 'scientifiche', la perdita totale della possibilità di decidere sui modi di procedere del proprio lavoro. Infatti, secondo i principi dell'organizzazione scientifica, per ogni compito lavorativo, devono essere formulate prescrizioni che

 

"specificano non solo quello che si dovrà fare, ma anche come dovrà essere fatto, e stabiliscono esattamente il tempo assegnato per l'esecuzione". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

L'accentuarsi della dequalificazione del lavoro si lega (ad es. negli U.S.A.) ad una manodopera (soprattutto quella immigrata) con scarsa o nulla qualificazione, a cui è richiesto di

 

"imparare un solo atto manuale che anche l'uomo più stupido potrebbe appropriarsi in due giorni". [1922, Henry Ford]

 

Come afferma Ford negli anni '20

 

"la grande massa dei nostri addetti viene da noi senza alcuna abilitazione; essi imparano la loro bisogna in poche ore o in pochi giorni". [1922, Henry Ford]

"La lunghezza del tempo necessario per impratichirsi nelle singole occupazioni è suppergiù la seguente: il 43%; di tutti i nostri lavori non esigono più di 1 giorno di addestramento; il 36% domandano da 1 giorno a una settimana; il 6% da 1 settimana a 2; il 14% dal mese a 1 anno. Infine 1'1% vuole da 1 a 6 anni. Questi ultimi sono i lavori congiunti a grande abilità come ne abbiamo nella fabbricazione del macchinario e nella saldatura". [1922, Henry Ford]

 

2) Economico.

Negli ultimi decenni dell'ottocento, la necessità di rispondere in maniera più aggressiva alla concorrenza nazionale ed internazionale impone una riduzione dei costi ottenibile soprattutto attraverso un deciso incremento della produttività.

A tal fine, si attuano concentrazioni di imprese per sfruttare economie di scala e si inizia ad introdurre la nuova scienza organizzativa, che troverà poi, nei primi decenni del '900, una più vasta applicazione.

 

3) Ideologico.

L'aspetto ideologico del nuovo sistema lo esprime molto bene Henry Ford quando afferma:

 

"Dividere e suddividere le operazioni, tenere il lavoro in movimento, queste sono le chiavi della produzione".

"Il preciso risultato dell'applicazione di queste massime è la riduzione della necessità di pensiero da parte degli operai e la eliminazione di ogni loro movimento superfluo". [1922, Henry Ford]

 

E Frederick Winslow Taylor, rispondendo alle domande di un operaio con la frase

 

"voi siete pagati per lavorare, non per pensare; c'è qualcuno che è pagato per questo", [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

caratterizza in maniera quanto mai chiara e precisa la base strutturale su cui poggia il suo sistema organizzativo: la rigida frattura tra manualità e intellettualità e la pura riduzione del lavoro umano alla disumanità di processi, imposti e regolati dall'alto, di tipo uniforme e ripetitivo, a servizio della macchina o dello strumento di lavoro.

Attraverso questa divisione, resa accettabile soprattutto per mezzo di gratificazioni e stimoli economici (ad es. l'uso del cottimo) si tende ad un controllo della forza-lavoro, e si arriva perfino all'ingenua illusione dell'abolizione del conflitto di classe, a motivo dell'introduzione di metodi 'scientifici' di lavoro e di calcolo della rimunerazione, non sospetti di favorire nessun soggetto dell'azienda.

 

"Di conseguenza, in primo luogo, si deve far comprendere agli operai che il nuovo sistema trasforma i loro datori di lavoro da antagonisti in amici, che lavorano al loro fianco, col massimo impegno possibile, per gli stessi scopi: per realizzare cioè un aumento di produzione che riduce i costi in misura tale da poter pagare in permanenza gli operai dal 30 al 100% in più di quanto guadagnavano in passato pur assicurando sempre all'azienda dei buoni profitti". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Il ridurre tutto a una questione di denaro e il passare sotto silenzio problemi di potere e di autorealizzazione della propria personalità attraverso il lavoro, porta dunque alla concezione ideologica della identità di interessi tra parti contrapposte. Le lotte operaie contro il taylorismo, faranno rapidamente giustizia di tali assurde aspettative.

 

Organizzazione scientifica e divisione del lavoro

La scomposizione del lavoro è alla base della introduzione, intorno al 1913, negli stabilimenti Ford del lavoro a catena.

 

"La tecnica di montaggio della fabbrica Ford consiste nel piazzare il pezzo più adatto su vie o binari elevati e nel trasportarlo davanti a successivi gruppi di operai che fissano i vari componenti al componente principale, finché il montaggio sia compiuto". [1922, Henry Ford]

 

Nell'ambito di tale sistema di lavoro

 

"l'operaio deve fare possibilmente una cosa sola con un solo movimento". [1922, Henry Ford]

 

Per cui

 

"l'uomo che colloca a posto una parte non ha da saldarla; la parte non sarà fissata completamente se non forse dopo parecchie operazioni ulteriori. L'uomo che aggiunge una vite non è quello che mette a posto la vite madre; colui che mette la vite madre non la chiude". [1922, Henry Ford]

 

La parcellizzazione del processo lavorativo manuale si inquadra nella rigida divisione tra compiti direttivi e compiti esecutivi.

 

"Tutta l'attività intellettuale deve essere eliminata dall'officina e concentrata nell'ufficio programmazione". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Questo perché

 

"il costo di produzione può essere ridotto separando il più possibile il lavoro intellettuale e di programmazione da quello manuale". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Se la scarsa o nulla qualificazione dei lavoratori poteva dare inizialmente una base di verità a tale affermazione, il costringere larghe masse a permanere in una situazione lavorativa disumana svela il carattere ideologico dell'apparato tecnico di controllo sui lavoratori connesso all'organizzazione 'scientifica'. E ciò emerge via via sempre più chiaramente. Infatti quando si afferma che

 

"Non è necessario che un reparto conosca ciò che si sta facendo in ogni altro reparto. Se un uomo compie il suo lavoro, egli non avrà tempo di assumersene un altro. È affare dei dirigenti che hanno progettato l'insieme dell'opera l'assicurarsi che tutti i reparti lavorino convenientemente verso lo stesso scopo", [1922, Henry Ford]

 

è evidente che si vuole riservare solo ad alcuni la prerogativa della comprensione-potere sull'intero processo produttivo. E quando si dice che l'organizzazione 'scientifica'

 

"implica la ripartizione della responsabilità e del lavoro in misura pressoché uguale fra dirigenti e manodopera.", [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

ciò è vero ma solo nel senso di una ripartizione-contrapposizione tra responsabilità-potere e lavoro-obbedienza.

Si sostiene infatti che,

 

"in ogni lavoro che richieda la cooperazione di due diversi uomini o parti, quando entrambi hanno uguale potere quasi sicuramente esiste una certa dose di disaccordo e di incertezza e il successo dell'impresa ne soffre di conseguenza. Se, viceversa, una sola delle due parti assume l'intera direzione, l'impresa progredirà con continuità e probabilmente con armonia, anche se possono essere in discussione i torti subiti da una delle due parti". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Con quest'ultima affermazione si contraddica la tesi della concordanza, armonica delle parti e, più realisticamente, si ipotizzi l'esistenza di torti che la parte più debole può subire dall'altra.

L'organizzazione scientifica del lavoro prevede dunque una gerarchia piramidale di responsabilità-potere che si accresce all'accrescersi del campo di visuale.

 

"L'operaio è assolutamente responsabile per il suo lavoro. Il capogruppo è responsabile per il personale a lui sottoposto, il sovrastante per i gruppi che ne dipendono, il caporeparto per il suo reparto, il sovrintendente generale per l'intera fabbrica. Ciascuno deve sapere ciò che accade nel suo raggio d'azione". [1922, Henry Ford]

 

Il raggio d'azione e quindi di conoscenza dell'operaio, è l'unicità ripetuta del suo atto lavorativo.

È per questo che il lavoratore-modello di Taylor

 

"è semplicemente un individuo che ha, in misura maggiore o minore, le caratteristiche di un bue, pesante di mente e di corpo". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Indirettamente, ma molto chiaramente, Taylor ci viene a dire che l'organizzazione scientifica del lavoro si adatta più ad una bestia che ad un uomo.

Non gli è da meno Ford quando afferma che

 

"dobbiamo riconoscere la fondamentale disuguaglianza nelle doti delle menti umane",

 

ribadendo che

 

"per certi tipi di cervelli il pensare è proprio una pena". [1922, Henry Ford]

 

Inoltre Taylor rileva che

 

"le nozioni scientifiche alla base degli atti di ogni esecutore risultano talmente vaste e numerose che la persona più adatta a compiere il lavoro non è in grado, per mancanza di istruzione o per insufficiente capacità intellettuale di comprenderle". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

In base a quest'ultima affermazione, non si capisce se la non comprensione, da parte dei lavoratori, dell'insieme dei procedimenti 'scientifici' dell'organizzazione del lavoro dipenda da mancanza di istruzione (variabile modificabile) o da insufficienti doti intellettuali (dato non modificabile). E, in quest'ultimo caso è da vedere se le insufficienti capacità intellettuali sono il frutto di situazioni socio-ambientali sfavorevoli allo sviluppo completo della personalità oppure risultano da vere e proprie menomazioni fisico-cerebrali.

Lungi dal fornire risposta a tali interrogativi, il teorico dell'organizzazione scientifica del lavoro afferma, in contraddizione con quanto detto precedentemente, che

 

"lo sviluppo di una scienza (l'organizzazione scientifica del lavoro) che sostituisce le regole empiriche non è, nel maggior numero dei casi, una formidabile impresa e può essere opera di uomini ordinari, senza alcuna preparazione scientifica".  [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

In quasi tutti i casi, infatti

 

"le leggi e le norme che vengono stabilite risultano così semplici che a stento una persona di media levatura le degnerebbe del nome di scienza". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Quindi, se l'organizzazione scientifica del lavoro poggia su regole semplici, formulabili o comprensibili da una persona di normale capacità intellettuale, se ciò non avviene se ne dovrebbe dedurre che la maggior parte delle persone è al di sotto della media quanto a livello di intellezione. Il che è evidentemente un paradosso perché equivarrebbe a dire che la media delle persone ha una intelligenza al di sotto della media. Oppure, volendo rimanere nell'ambito concettuale tayloristico-fordiano, bisognerebbe ammettere l'esistenza di pochi uomini superdotati e della grande massa intellettualmente sottosviluppata, come dato non modificabile.

Ma questa ipotesi contrasta non solo con la realtà ma anche con il pensiero di Ford per il quale

 

"se un uomo è nato con normali facoltà umane, se è armato di sufficiente abilità nell'usare lo strumento che chiamiamo 'alfabeto' per leggere e per scrivere, non c'è allora conoscenza in possesso della razza umana che egli non possa acquistarsi se lo vuole". [1922, Henry Ford]

 

Alla fine scopriamo che

 

"lo sviluppo di una scienza diviene impossibile per l'operaio non perché non sia intellettualmente capace, ma perché non ha né il tempo né il denaro per farlo e, d'altra parte, si rende conto che si tratta di una faccenda di cui deve occuparsi la direzione". [1911, Frederick Winslow Taylor]

 

Candidamente Taylor arriva ad affermare che gli uomini che presiedono alla organizzazione del lavoro e della produzione, si trovano a quel posto per motivi connessi a disponibilità di tempo e di denaro per la propria formazione; e che lo sviluppo della personalità dell'operaio attraverso un lavoro umano e creativo, e l'organizzazione dell'insieme produttivo e della vita sociale, sono faccende che devono rimanere estranee al campo di interesse dei lavoratori manuali.

Al di là di questi evidentissimi aspetti ideologici e ascientifici, ciò che importa cogliere, per lo sviluppo del discorso sulla divisione del lavoro, sono i tratti potenzialmente progressivi connessi alla razionalizzazione industriale. In breve possiamo così puntualizzarli:

1) la scomposizione del lavoro nei suoi principi elementari permette l'introduzione di un vasto sistema di meccanizzazione, a cui il lavoratore si affianca, come uomo-macchina. Se ciò aumenta gli aspetti alienanti del lavoro è però vero che questa fase di passaggio rappresenta la base tecnica su cui si possono innestare processi produttivi totalmente o parzialmente automatizzati, regolati e coordinati dall'insieme dei lavoratori.

2) la scomparsa di molti mestieri e di molte specializzazioni distrugge le barriere fra personale qualificato e non, e gli aspetti di conservatorismo corporativo del sindacato. Gramsci affermerà che

 

"il sindacato operaio americano è più l'espressione corporativa della proprietà dei mestieri qualificati che altro e perciò lo stroncamento che ne domandano gli industriali ha un aspetto 'progressivo'". [1949,  Antonio Gramsci]

 

Lo stesso concetto viene espresso da Georges Friedmann, quando afferma che

 

"l'aristocrazia operaia, di cui i sindacati americani a quei tempi si componevano, si mostrava ostile al taylorismo in quanto distruggeva i tradizionali raggruppamenti professionali, le loro frontiere, la loro stabilità, i loro segreti, le sopravvivenze artigianesche nella psicologia del lavoro, e sviluppava, invece della solidarietà di mestiere, una solidarietà di classe. In questo nuova stadio, le sue conquiste materiali rischiavano di essere compromesse: minacciavano di sorgere nuovi sindacati raggruppanti ormai tutti i lavoratori, qualificati o no". [1946, Georges Friedmann]

 

3) l'incremento della produttività permette un più agevole soddisfacimento a livello di massa, di un maggior numero di bisogni e, in teoria e in pratica, consente la riduzione progressiva della giornata lavorativa. Tutto ciò può sfociare o nell'alienazione consumistica o nella riappropriazione di tempo libero per lo sviluppo integrale dell'essere umano.

 


 

Riferimenti

[1911]  Frederick Winslow Taylor, Scientific Management,  Harper & Brothers, New York, 1947

[1911]  Frederick Winslow Taylor,  L'organizzazione scientifica del lavoro, Etas Kompass, Milano, 1967

[1922]  Henry Ford,  My Life and Work

[1922]  Henry Ford,  La mia vita e la mia opera, Editrice Apollo

[1946]  Georges Friedmann,  Problèmes humains du machinisme industriel, Gallimard, Paris, 1946

[1946]  Georges Friedmann,  Problemi umani del macchinismo industriale, Einaudi, Torino, 1971

[1949]  Antonio Gramsci, Americanismo e fordismo, in Note sul Machiavelli, Editori Riuniti, Roma, 1971

 

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